sabato 15 dicembre 2012

Conviene iscriversi all'AIRE?

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Prima o poi, un italiano che vive all'estero si chiede se si deve iscrivere o meno all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), se è obbligatorio o meno, se conviene o meno.

Ho passato parecchio tempo a cercare informazioni sull'AIRE e capire tutte le varie implicazioni che comporta. I siti istituzionali sono piuttosto carenti e sulle decine di blog e forum che ne parlano trovi tante persone che ti danno del pazzo se non ti iscrivi, quante che ti danno del pazzo se ti iscrivi.

Trattare l'argomento in maniera esaustiva è impossibile. Raccolgo qui le informazioni che riguardano la maggior parte delle persone. Ci saranno comunque molti casi speciali. Invito queste persone ad informarsi meglio.

Premessa: residenza e domicilio
Il concetto di differenza tra residenza e domicilio è quasi del tutto italiano. Se si verifica su wikipedia si potrà notare che la voce "domicilio" non ha una traduzione in alcuna lingua eccetto lo spagnolo e il portoghese.
Nel regno unito, per esempio, si è residenti nel momento in cui si ha un contratto di affitto a proprio nome. Non ci si deve registrare da nessuna parte. Avere un indirizzo è sufficiente a darti lo status di residente. Questo significa che nel momento in cui hai un indirizzo: puoi aprire un conto in banca, puoi registrarti presso un medico del servizio sanitario, puoi o devi richiedere un codice fiscale (NINo) e paghi le tasse. Burocrazia pari a zero e si ha la flessibilità acquisire tutti i diritti e i doveri di un cittadino inglese semplicemente salendo e scendendo da un aereo.
Il sistema italiano è differente. Per dare flessibilità al povero cristo, esiste il domicilio. Lo sposti senza problemi. Ma sei legato a doppio filo al luogo di residenza. Tantissimi documenti dipendono dal tuo comune di residenza e si deve comunicare il cambio di residenza in una miriade di casi. E qui sta la differenza. Il cittadino deve (attivamente) comunicare il cambio di residenza altrimenti tutta una serie di meccanismi si inceppano. E un cittadino italiano deve sempre dichiarare una residenza.

AIRE: la nascita
Tutto funziona finché si vive in un comune italiano. Se ci si trasferisce a Trieste, si cambia la residenza presso quel comune. Ma se ci si trova all'estero non c'è un comune dove trasferire la residenza. Questo problema è stato risolto con una legge del 1988 che ha istituito l'AIRE. L'AIRE del tuo consolato fa le veci di un comune italiano. Iscriversi all'AIRE del consolato di Londra, significa che il tuo comune di residenza è... l'AIRE del consolato di Londra.

Ma quindi iscriversi o non iscriversi?

AIRE: la legge
Iscriversi all'AIRE è un obbligo di legge. Devono iscriversi all’A.I.R.E. i cittadini che hanno intenzione di risiedere all’estero per periodi superiori a 12 mesi (ci sono delle eccezioni, come i lavoratori stagionali, i diplomatici, i militari e gli studenti).

Cosa succede se non mi iscrivo?
Se non ci si iscrive all'AIRE si può incorrere a due pene. La prima è di tipo amministrativo. Dato che l'iscrizione è obbligatoria, non iscriversi può comportare una multa.
La seconda pena è per chi ha una qualche forma di reddito all'estero. Una persona che vive all'estero e che non è iscritto all'AIRE, risulta a tutti gli effetti un cittadino che si trova in Italia e che deve pagare le tasse in Italia. I soldi tenuti su un conto estero vengono visti come "capitali in fuga" anche se guadagnati legittimamente all'estero. Nel momento in cui questi capitali dovessero tornare in Italia, allora i guai potrebbero diventare seri. Il fisco italiano vedrebbe quei soldi come soldi in nero, non dichiarati e quindi... e quindi sono cazzi amari.
E' questa in fondo la caratteristica più utile dell'AIRE. Se si comunica allo stato italiano di essere residenti all'estero si dichiara che le tasse le si stanno pagando nello stato dove si è residenti e che all'Italia non spetta (circa) nulla di quello che si guadagna.
Ovviamente se ogni anno fate la dichiarazione dei redditi sia in Italia che ovunque voi vi troviate, bè, allora siete dei benefattori a pagare le tasse a due stati. Regalate il 40% dei vostri redditi ad altri cittadini che vi saranno sicuramente grati.
Se invece vivete all'estero, non siete iscritti all'AIRE e le tasse le pagate solo dove vivete:
siete degli evasori!

Italiani all'estero
La caratteristica che distingue gli italiani è l'irresponsabilità. L'italiano trova sempre il modo di scaricare il barile, di dare la colpa a qualcun altro per poter fare i suoi porci comodi. Il fatto che abbiamo 630 ladri in parlamento muove tanti a pensare che è colpa loro se le cose vanno male e si sentono giustificati a chiudere un occhio con se stessi, non dichiarando qualcosa, non emettendo qualche scontrino. In realtà quei 630 ladri in parlamento li rappresentano benissimo.
Se non sei iscritto all'AIRE e dovresti, allora sei un irresponsabile e pensaci due volte prima di lamentarti dell'Italia o, peggio, di dire che sei fuggito. I toni sono forti, perché un cittadino onesto che si sente dare dell'evasore si indigna, non lo accetta e cerca di rimediare. Se invece non ve ne frega niente, siete degli irresponsabili.

Attenzione alle eccezioni
Iscriversi all'AIRE non significa sempre che non si deve più niente all'Italia. Se fate un lavoro che coinvolge lo stato italiano, informatevi meglio. Se avete un patrimonio in Italia, informatevi meglio. Se fate avanti indietro informatevi meglio. Siate responsabili perché ignorantia legis non excusat.

Chiarito che l'iscrizione è un obbligo, passiamo ai vantaggi e agli svantaggi che si hanno.

Vantaggi maggiori
- I redditi percepiti all'estero e non connessi allo stato italiano non devono essere dichiarati e non possono essere tassati dal fisco
- Tutti i documenti, come carta di identità, passaporto ecc. possono essere rinnovati presso il consolato a cui si è iscritti senza dover tornare in Italia
- Si può partecipare alle elezioni politiche italiane direttamente all'estero facendo parte della famosa circoscrizione estera (sono 4 mi pare). Da notare che se si risiede in un paese dell'Unione, si ha automaticamente diritto a votare alle amministrative locali e alle europee.
- Non verrà nessuno a chiedervi, nella vostra falsa residenza in Italia, perché vostro figlio non va a scuola...

Svantaggi maggiori
- Dal momento che non si pagano più le tasse in Italia, si perde il medico di famiglia e l'assistenza della mutua. Rimane solo l'assistenza sanitaria per le emergenze e tale assistenza è limitata a 90 giorni per anno. Però si ha ancora diritto alla TEAM. Cosa è? Prendete la vostra tessera sanitaria e giratela. Leggerete Tessera Europea Assicurazione Malattia. Cioè siete ancora assicurati come cittadini europei.

Ci sono un po' di cose da dire su questo...
- L'assistenza sanitaria in Italia è amministrata a livello locale. Quindi ci sono delle eccezioni virtuose. Il Veneto per esempio è una regione che dal 2005 mantiene la piena assistenza sanitaria ai suoi ex residenti iscritti all'AIRE. Quindi informatevi sulla politica della vostra regione. In questi casi gli svantaggi spariscono del tutto.
- Se risiedete all'estero avrete l'assistenza sanitaria all'estero. Che senso ha mantenere il medico di famiglia? Ci si cura dove si pagano le tasse e in Italia non pagate.
- Nella malaugurata eventualità che dovete passare per lunghe cure, e volete farle in Italia... bè è facile, andate al vostro vecchio comune e riprendete la vecchia residenza.
- Sono incinto e voglio partorire in Italia. O clinica privata oppure riprendete la  vecchia residenza se proprio ci tenete. Comunque ragionate. Una gravidanza dura 9 mesi e va seguita. Se avete il tempo di farvi seguire da un medico in Italia, significa che vivete più in Italia che all'estero.

Tempistiche
Come ogni cosa in Italia, iscriversi all'AIRE ha tempi biblici. L'iscrizione avverrà entro 180 giorni dalla richiesta. Cioè sei mesi per fare quello che nel Regno Unito è automatico e istantaneo. Si dovrebbe richiedere l'iscrizione entro 90 giorni dal momento in cui è iniziata la nuova residenza e l'iscrizione può essere fatta d'ufficio (se si accorgono da soli che risiedi all'estero). Si può anche venir disiscritti d'ufficio se si accorgono che siete ritornati a risiedere in Italia e non l'avete dichiarato.

La macchina
Se possedete una macchina e vi iscrivete all'AIRE dovrete, ad un certo punto (6 mesi da quando venite registrati), immatricolare la macchina nel vostro nuovo paese. Il caso semplice è che avete portato quella macchina con voi e la usate nel vostro nuovo paese. Allora si tratta semplicemente di buon senso. Infatti se non immatricolate la macchina nel nuovo paese e la usate, prima o poi vi troverete nei guai col nuovo paese.
La questione è più complicata se la macchina non ve la portate dietro. In questo caso informatevi e vedete come gestire il vostro particolare caso.

Studenti
Anche se non bene pubblicizzato, chi studia all'estero e non percepisce soldi dallo stato estero, non è tenuto a iscriversi all'AIRE. (studenti triennali e magistrali per intenderci).

In definitiva
L'esigenza dell'AIRE nasce dalla bacata burocrazia Italia che si basa su un concetto forte di residenza.
Ma iscriversi all'AIRE rimane un diritto e un dovere che ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Sta alla vostra onestà decidere il da farsi.







domenica 23 settembre 2012

Scelta del PhD

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Gentile lettore,
questo post appartiene ad una precedente vita del blog. Il suo contenuto è di carattere personale e riguarda il periodo da tesista all'Imperial College di Londra. Se conosci l'autore puoi richiedere la password.

Tip: He's so cute.

 

sabato 10 marzo 2012

Ansia

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lunedì 5 marzo 2012

Una serata speciale

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venerdì 2 marzo 2012

Un'altra Londra :((((, un altro Imperial :))))

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martedì 2 agosto 2011

Cosa è l'ingegneria dell'automazione?

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La domanda che forse uno studente di automazione riceve più spesso durante i suoi studi è: cosa è l'ingegneria dell'automazione? Lo studente spenderà il primo, lunghissimo secondo di silenzio valutando l'interlocutore. Prima di tutto il suo reale interesse. Molto spesso è solo una domanda di cortesia. Poi passerà a soppesare quanto l'altro possa comprendere di quel mondo astruso che neanche lui riesce a capire a fondo. L'80% delle volte la risposta sarà: "si studia un po' di robotica". Si fa ricorso a questa parola, "robotica", perché di immediato significato per chiunque e perché... fa figo. Naturalmente la risposta non è affatto corretta. Anche perché altrimenti si sarebbe chiamata ingegneria robotica non trovate?
Su questo livello la risposta che uso di solito è: l'unione di teoria del controllo e della robotica. E è anche, più o meno, quello che raccontava l'allora a me sconosciuto professore che presentava il corso durante le giornate di orientamento universitario. E è anche una traduzione che se ne può fare in inglese: robotics and control engineering. Ma anche questa risposta è scorretta. Serve per dare un'idea e per tagliare il discorso.

Andando a fondo e mollando tutte le velleità dettate dall'orgoglio si può dire che ingegneria dell'automazione e ingegneria del controllo sono sinonimi, tanto che in inglese la prima locuzione viene tradotta nella seconda. Ma se in automazione c'è anche qualcosa che appare diverso dal semplice controllo, come ad esempio la robotica, allora perché si può rendere automazione con controllo? Il motivo è lo stesso per cui ho appena scritto "rendere" invece di dire che le due espressioni sono "equivalenti". Automazione e controllo non sono affatto la stessa cosa, ma automazione può essere sostituito da controllo. Perché?

Control Systems are Ubiquitous

I sistemi di controllo sono obiqui recita l'about us della CSS, la società di sistemi di controllo dell'IEEE.
Mi permetto quindi di dare una libera traduzione dell'articolo della CSS.

I sistemi di controllo sono obiqui, essenziali e largamente invisibili alla gente comune. La quasi totalità dei prodotti, spaziando dalla carta, alla birra, al vino, all'acqua, ai giornali, alle medicine dipendono dai sistemi di controllo che ne garantiscono uniformità e bontà.


Le nostre case sono piene di sistemi di controllo automatico. Ci sono i termostati per regolare la temperatura della casa, il frigorifero, la lavastoviglie, la lavatrice, l'asciugatrice, il forno, i riscaldamenti. Il livello di acqua nello scarico del bagno è anch'esso controllato automaticamente. Molti altri dispositivi in casa hanno sistemi di controllo meno ovvi. Per esempio quelli che controllano il flusso di gas nell'angolo cottura, quelli interni alla TV, radio e lettori CD e DVD e in ogni altro dispositivo elettronico come anche quelli che fanno funzionare correttamente la macchina del caffè e il forno a microonde.


Le moderne automobili sono piene di sistemi di controllo automatici. L'inquinamento viene ridotto, il carburante risparmiato, il comfort aumentato. I sistemi di aumento della stabilità e del controllo (SCAS) sotto forma del sistema di controllo elettronico della stabilità (ESC), del controllo della trazione (TCS) e dell'antibloccaggio delle ruote (ABS) hanno reso la guida più facile e sicura.


Ma gli stessi esseri viventi sono pieni di sistemi di controllo automatici. La temperatura del nostro corpo, il movimento delle braccia, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la quantità di glucosio nel sangue e il nostro peso sono tutti regolati da controllori in retroazione nel nostro corpo. Ci sono gravi malattie che scaturiscono dal mancato funzionamento di questi controlli. Sistemi di controllo automatico dell'insulina e sempre più sofisticate protesi stanno cercando di mitigare questi problemi.

Miglioramenti in molti aspetti della nostra vita dipendono dallo sviluppo dei sistemi di controllo. Per esempio, migliori sistemi di controllo ridurrebbero la non uniformità della temperatura all'interno degli edifici e delle case. E' stato già dimostrato che veicoli autonomi possono portare a termine in sicurezza complicati percorsi chiusi. Miglioramenti nel controllo delle automobili possono eliminare la necessità di un guidatore umano con grande vantaggio in termini si sicurezza stradale e inquinamento.

E l'articolo conclude dicendo che questo è solo un brevissimo scorcio sui sistemi di controllo e credo che ormai abbiate capito che ovunque può essere trovata una qualche forma di sistema di controllo.

Automazione e controllo non sono la stessa cosa visto che oltre allo studio dei controlli puri, l'automazione studia altri tipi di problemi di natura gestionale e manifatturiera. Ma questi non sono altro che altre branche del controllo stesso, che è ovunque. Per questo l'automazione può essere pienamente ridotta allo studio del controllo.

Non solo i controlli sono ovunque, ma il controllo è la parte intelligente di qualsiasi sistema. E' quella parte, meccanica, elettronica o informatica che sia, che fa si che il sistema funzioni correttamente e continui a funzionare anche in presenza di errori e di incertezze.

Se è vero che ovunque ci sono sistemi di controllo è anche vero che la maggior parte di questi sono semplici. Non ci vuole un ingegnere dell'automazione per far muovere una ruota attaccata a un motorino. Ma l'ingegnere dell'automazione la fa muovere nel minore tempo possibile, col minore dispendio energetico, con la minore presenza di sovra-elongazioni e te lo dimostra anche matematicamente.

Solo un ingegnere dell'automazione può progettare un sistema di controllo che garantisca certe specifiche per sistemi complessi come aeroplani e veicoli spaziali. E solo un ingegnere dell'automazione trova 20 modi diversi di far muovere quella stupida ruota.

L'ingegnere dell'automazione si occupa dello studio e della progettazione della parte intelligente di qualsiasi sistema biologico, meccanico ed elettronico abbastanza complesso da muoversi da solo, sia questo un termostato o un satellite, in modo da garantirne il miglior funzionamento nel maggior numero di condizioni.

Questo fa l'ingegnere dell'automazione e è un figo.

Questo post è dedicato soprattutto a Luke e è nella mia testa da tempo immemore. Luke periodicamente va in crisi esistenziale e inizia a sbraitare contro la nostra facoltà. Ogni volta ce ne vuole per farlo rinsavire e allora avevo pensato di scrivere un bel post per ricordargli per sempre quello che sta facendo. Poi però non trovavo mai il tempo di farlo. Mentre ero in erasmus, la sua ennesima crisi isterica causata da Torny mi ha dato nuova voglia di scrivere questo post. Ma in quel momento non mi andava di spezzare la serie di post sull'erasmus e così ho atteso, sopportando anche che una spiegazione su cosa sia l'ingegneria dell'automazione iniziasse con un'astrusa introduzione sul controllo in retroazione.

domenica 10 luglio 2011

To be continued...

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Gentile lettore,
questo post appartiene ad una precedente vita del blog. Il suo contenuto è di carattere personale e riguarda il periodo passato in ERASMUS all'Imperial College di Londra. Se conosci l'autore, o sei interessato al programma ERASMUS e vuoi leggere questa particolare testimonianza, puoi richiedere la password.

Tip: He's so cute.